• Riferimento: Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,44-46)
  • Testo:
    In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
    «Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».
  • Commento:
    Oggi, Matteo sottopone alla nostra considerazione due parabole sul Regno dei Cieli. L'annunzio del Regno è essenziale nella predicazione di Gesù e nella speranza del popolo eletto. Ma è notorio come la natura di questo Regno non sia stata compresa dalla maggioranza. Non la capì il sinedrio che Lo condannò a morte, non la compresero né Pilato né Erode, ma neppure la capirono inizialmente gli stessi discepoli. Solo c’è costanza di una comprensione come quella che Gesù chiede al buon ladrone, inchiodato anche lui sulla Croce, che Gli dice: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno» (Lc 23,42).
    L'umanità è stata da sempre cercatrice di tesori: in noi abbiamo un innato desiderio di trovare cose preziose, ricchezze, fortune, vincite, riuscite. Ciò accade in tutti i campi! La presenza di Gesù, il regno dei cieli, ci viene presentato come la vera ricchezza, quella che l'uomo è disposto ad accogliere vendendo tutti i suoi beni. Si tratta di un bene incommensurabile, senza misura, impagabile. Nella vita possiamo comprare tante cose, fare gli amiconi di tutti, ricevere l'attenzione di tutti, sentirci dei grandi benefattori, delle persone realizzate e anche essere acclamati, applauditi, ma quando non riusciamo a capire che per ottenere il bene più grande dobbiamo togliere, perdiamo tutto. Funziona al contrario, più togli beni superficiali, più prepari lo spazio al vero bene, la presenza di Dio, la perla preziosa.
    Il problema è che noi utilizziamo i beni perché ci fanno sentire pieni, in fondo perché vogliamo essere noi la perla preziosa, perciò ci riempiamo di convinzioni, di fonti di benessere, ci impegniamo per avere potere, per essere riconosciuti e visti, cerchiamo di apparire in tutti i modi, pur di sentirci perle preziose di cui gli altri hanno bisogno per stare bene. Dio è l'unica perla preziosa, noi così fragili, sempre a rincorrere il riconoscimento degli altri, comunque non valiamo poco, infatti, siamo capaci di “contenere Dio”, la nostra anima può essere lo scrigno della perla preziosa. Così possiamo essere realmente luminosi!
    Dio non ci viene a togliere la possibilità di essere belli, preziosi, di valere, ma ci viene a dire che non sono le cose che abbiamo, niente nel mondo può colmare quella sete di grandezza che abbiamo nel cuore, quello è lo spazio di Dio che ci vuole partecipi della sua grandezza. Noi spesso ci chiudiamo nei nostri mondi, nei quali cerchiamo gloria nel potere e nell'ammirazione, eppure dimentichiamo di essere piccoli principi, partecipi della regalità di Dio

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